La riedificazione si ritiene fosse iniziata nel 1748 e durata fino al 1756. La facciata pur presentandosi con chiari segni di degrado, mostra ancora l'originario aspetto estetico: a muro liscio con base in blocchi di pietra arenaria, sporgenti dalla struttura con funzione puramente estetica. Da essa si elevano quattro paraste fino ad ornare metà della facciata, delimitate da scanalature orizzontali. Essendo il progetto originario a tre navate si è voluto forse, accennare tale intenzione con un'architettura appena a salienti. Due aperture sono presenti sulla facciata di cui una circolare caratterizza il timpano. Il portale, imponente nella sua semplice fattura è in blocchi di pietra arenaria; mentre l'architrave appare rifatto con una decorazione semicircolare ed una croce applicata. Sulle staffe del portone con una forgia gigliata, è leggibile la data 1756 con la scritta P.M.R.. A sostegno delle strutture laterali sono presenti tre bastioni per lato, nettamente sporgenti nella parte superiore. Il campanile inserito nella struttura architettonica della chiesa, all'incrocio tra il transetto e la navata, ha una funzione estetica evidente soprattutto nella parte superiore. A pianta quadrata, con due celle campanarie di fonna ottagonale. La ricchezza delle decorazioni si discosta completamente dalla semplicità dell'esterno della chiesa che si ritrova nella copertura a cupola appena evidente sormontata da una croce. Vi si accede anche dall'esterno tramite una piccola porta. Due corpi sporgono dalla struttura adibiti uno a sacrestia, l'altro ad altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù. La chiesa ha avuto altri restauri nel 1940 ed avendo subito danni nel secondo conflitto mondiale è stato necessario apportare altri restauri, eseguiti nel corso degli anni; fino al 1954. Nel 1980, per effetto del terremoto, al culto. Entrando per una breve visita dall'ingresso secondario, essendo il principale sbarrato è difficile descrivere ciò che si prova. Sotto una spessa coltre di polvere e calcinacci che si è posato su quel poco che è rimasto di fatti le tele e molte statue sono state ascoltate, il pavimento è onnai sconnesso e la volta presenta profonde crepe. La volta a botte che copre la navata è caratteriz zata da applicazioni in stucco. La luce piove dall'alto da tre ampi finestroni per lato sovrastato ognuno da frontone ad arco ribassato, appena accennato. L'interno ha un accentuato sviluppo verticale, il cui effetto spaziale è affidato allo sviluppo della prospettiva suggerita dalla fuga del cornicione molto sporgente.
Vi è una perfetta proporzione tra l'altezza dell'edificio e la profondità degli archi, sovrastati da cartigli in stucco, e separati da paraste con capitelli ionici. Solo tre delle sei cavità sono occupate da altari; i due centrali sono simili per data, per fattura e materiale. Il lavoro marmoreo si differenzia soltanto per qualche irrilevante particolare; le nicchie che accolgono le statue dei santi sono sormontate da frontoni spezzati. Sull'unico altare della parete destra,"dedicato a LorenzoVairo e sua moglie Giovanna Guarracino A.D. 1901", vi è la statua di S.Emiddio su una base in legno recante l'iscrizione " A div. del popolo di Altavilla pel tremuoro ... JG. dic.", a ricordare il sisma del 16/12/1857.
La statua, dell'altezza di 2m., regge nella mano destra un pastorale . Ai piedi del santo un gruppo di case.
Corrispondente vi è l'altare a "Divozione del parroco Mottola e Teresa
Arietta 1901". Sovrastato da tre nicchie accoglienti nell'ordine: la statua di S.Sofia e quella di S.Vincenzo Ferreri. La statua del SS.Rosario collocata nella nicchia centrale si venera nella chiesa di S.Francesco.
S. Sofia di un'altezza complessiva pari a cm.154 è in abito monacale, con lo sguardo rivolto verso l'alto da cui riflette una luminosità reale e sofferente.
La statua di S.Vincenzo Ferreri, scolpita da Vincenzo Avallone di Acerno, su commissione del parroco F.S. Galardi. Dell'altezza di m.1,31, in abito talare. Da notare la maestria nello scolpire e dipingere le ali del santo, con colori sfumati dal giallo, ocra, verde; unica nota di colore della statua insieme alla fiammmella posta sul capo del santo.
Segue l'altare "a divozione di Annunziata Verrone, di Maria Capozzoli, del parroco Mottola ed altri divoti A.D. 1911", con l'immagine stilizzata del Sacro Cuore di Gesù, con relativa statua, sovrastante l'altare. La statua di oltre 2m. poggiante su una nuvola è attorniata da una triade di putti che reggono festoni inneggianti a Cristo.
Sotto la prima arcata di sinistra si trova il battistero, in marmo scolpito risalente con molta probabilità al 1500; ivi posto dopo la rimozione dell'altare di S.Matteo. Si erge su un esile pilastro; il fonte battesimale è racchiuso da un semplice lavoro in legno, recante alla sommità una croce dello stesso materiale. Dietro di esso la tela raffigurante la biblica immagine del battesimo di nostro
Signore. Di autore ignoto, risale probabilmente agli inizi del secolo.
La luce del sole che filtra tra le nuvole fa risaltare il biancore della colomba e accende di improvvisi bagliori la riva sassosa del fiume, su cui si trova San Giovanni Battista; le chiome degli alberi riflettono nel mobile specchio delle acque.
L'organo, costruito su commissione dell'abate Angelo Ferro nel 1742 con il costo di 108 ducati. E' posto su un 'impalcatura lignea retta da due pilastri sulle cui basi, in pietra arenaria, vi si legge l'incisione "B.B." e "P.M.1885". Intarsi sono presenti alla sommità dell'organo e sulla balaustra, con una tarsia tale da sembrare materiale marmoreo.
Sui laterali di esso due acquasantiere richiamano il lavoro scultoreo del battistero.
Sul lato sinistro del presbiterio, delimitato da una balaustra in marmo
intarsiato, vi è lo spazio riservato al piccolo altare del Sacro Cuore di Gesù, datato 1903; il tabernacolo, fregiato in oro zecchino, è racchiuso da una cornice in marmo policromo. ·
Dalla sacrestia, a destra del presbiterio, si accedeva al pulpito, ormai asportato. Gli stucchi del soffitto richiamano lo stile della Chiesa; due finestre di differenti dimensioni danno luce all'ambiente. Un lavabo, in pietra, con due fontane racchiuse da un fregio in gesso. Due stipi a muro contengono: paramenti sacerdotali e archivio; inoltre vi è un armadio a cassettiera.
L'altare maggiore, posto su gradini, è interamente rivestito in marmo,
scolpito ed intarsiato. Molto operosi i marmorai nel creare un gioco di forme e di movimento, con putti alati sporgenti dal blocco. Il coro risalente al 1771 fu intagliato dai fratelli Biagio Portanova. I tredici stalli presentano nella parte superiore lavori ad intaglio, dipinti in tenue tonalità pastello. La nicchia dell'abside che accoglie la statua di S.Egidio, patrono di Altavilla, è priva di eccessivo lavoro scultoreo; unico elemento decorativo è dato da una conchiglia con fiori e rami di palme, completano la decorazione due putti.
La statua superiore ai due metri è opera dello scultore Vincenzo Avallone, ha sostituito nel 1860 la tela dedicata al Santo.
Vari oggetti e statue sono stati lasciati in chiesa, in un ripostiglio a muro, infatti, sipossono osservare: sette medaglioni dello scapolare, leggii, statuine in cartapesta, una base circolare per l'ostensorio in metallo dorato, recante una scritta inlatino: "MCMI(1901)CristusDeus,lesusHomo, vivit,regnat, imperar"; candelabro e candelieri in ottone e rame, crocifisso in argento, con croce in ottone forgiato con ai piedi il teschio, simbolo della Confraternita, tabella risalente al 1941 con quote da esigersi nelle varie occasioni.
La statua di S.Alfonso dei Liguori alta m.1,64, posta in uno stipo della sacrestia. L'opera, commissionata nel 1830-50 allo scultore Giovanni Sforza, rivela magistralmente l'aspetto anziano del Santo, dalla posizione ricurva, le venature delle mani, il grigiore della barba e le rughe frontali. Alla base della statua è appena leggibile la scritta: "Adivozione di Giuseppe Maria De Masi, Altavilla VII...".
La statua del Cristo morto è posta su una base in legno di 94 cm., modellata dallo statuario Giuseppe Manzo di Lecce. Il lavoro è in cartapesta rifinito in gesso e stucco. Si evidenzia ilparticolare della trina in vero tessuto profilante il panno che avvolge ilbacino del Cristo. La statua dell'Addolorata, di piccole dimensioni, risalente alla fine dell'800, è di poco valore artistico in quanto provvista del solo busto e arti superiori, oggetto di distruzione per decreto.
La Collina Degli Ulivi - 1992 |