La Chiesa di San Biagio

(di Paolo Tesauro Olivieri - Le chiese di Altavilla Silentina - 1999)

La chiesa di S. Biagio, fu ricostruita ex novo nel corso del sec. XVIII. Trovasi all'estremo limite dell'abitato.

Nel 1811 curava la parrocchia il sacerdote D. Vincenzo Cembalo, il quale inventariò i ben i esistenti. Nella ricostruzione, il tempio fu eretto a tre "navi" ed è, il più artistico di quelli esistenti . Da qualche anno, per mancanza di vocazioni, la parrocchia è stata trasferita alla fraz. Cerrelli ed è appellata "S. Biagio fuori le Mura". I parrocchiani sono stati aggregati alla Chiesa di S.Antonino.

Vedi anche:

La chiesa descritta da G. Galardi e R. Messone-1987

La chiesa descritta dai Fratelli Ferrara nel 1898

La chiesa descritta nella Collina degli Ulivi -1992

Il Corpo Santo di S.Germano

Gli scolatoi

 

Foto dal 1982 al 2008

Foto dopo i lavori

Foto Riapertura del 2012

Video Riapertura del 2012

Sullo sfondo, al di sopra del coro, si legge nell'inventario, che v'era un dipinto con cornice di legno indorato, in cui era "l'effigie del glorioso S. Biagio che guariva un giovanetto, togliendole dalle fauci una spina". Il lavoro - è detto - fu eseguito da Nicola Peccheneda. Invece, nell'opuscolo, avanti citato, è attribuito ad Anselmo Palmieri, pollese'. A partire dall 'entrata, sotto la "nave" destra, si trovava e si trova la cappella con altare, dedicata alla Santissima Trinità, di jus Patronatus dell'antica famiglia Buzio. Alla pala "un quadro con cornice indorata", in cui l'artista Peccheneda rappresentò le Tre Divine Persone, circondate da alcuni puttini . Il dipinto è stato di recente restaurato.

 

 

Sempre sul braccio destro della "nave", salendo di un grado, si trovava l'altare ded icato alla Madonna di Loreto. Alla pala v'era un quadro con cornice di legno indorato in cui era effigiata Maria Santissima di Loreto, con i Santi Diego, Feliciano martire e Francesco Saverio: opera del Peccheneda, pure restaurata recentemente. Nei primi anni del secolo attuale, al posto del la pala, è stata realizzata una nicchia, ove è stata collocata la statua della Madonna della Neve.

Salendo ancora di un grado. sempre sull a destra, si trovava l 'altare dedicato alla Madonna del Carmine. Alla pala fu collocato il quadro in cui era effigiata Maria Santissima del Carmine con le Anime del Purgatorio, S. Francesco di Sales e S. Vincenzo Ferreri. opera del pennello del Peccheneda, restaurato, come gli altri. Salendo ancora di un grado, si giunge alla crociera e, in Cornu Epistolae, trovavasi l'altare dedicato alla Madonna della Speranza. Alla pala fu posto il quadro, con cornice di legno indorato, ove fu effigiata Maria Santissima col Bambino in braccio, S. Giuseppe e S. Francesco di Paola, opera pure del Peccheneda, restaurata di recente.

 

Tornando all 'ingresso, sul braccio sinistro, fu eretto l 'altare detto della Candelora o della Purificazione di Maria; alla pala fu collocato un quadro con cornice indorata che rappresentava e rappresenta la Madonna che porge il Bambino nelle braccia del Vecchio Simeone, sacerdote del Tempio. Secondo i critici rappresenterebbe la Circoncisione. Nel dipinto sono effigiati anche "S. Giuseppe, delle pie donne venute alla sacra funzione a offrire un paio di tortore, o di colombe, secondo il prescritto della Legge Mosaica nel Levitico al Cap. XII. E vi è pure, nella parte inferiore di detto Quadro, effigiato S. Antonio Abate. L'opera è del pennello del Peccheneda, restaurata di recente

 

 

Salendo, poi, di un grado nella navata di sinistra, trovasi l 'altare dedicato a S. Michele Arcangelo. Alla pala dello stesso, fu collocato il Quadro con cornice indo rata in cui fu effigiato I'Arcangelo Michele che scaccia dal Cielo gli Angeli ribelli. Anche questo dipinto è del pennello del Peccheneda restaurato dal Valletta. Salendo ancora di un gradino, nella navata sinistra, trovasi l 'altare dedicato a S. Lucia e, sopra del quale, attaccato al muro, un Quadro con cornice indorata, nel quale era effigiata Maria Santissima della Consolazione col Bambino in braccio, S. Lucia, S. Sebastiano e S. Vito, opera del pennello del Peccheneda, restaurata di recente come le altre tele. In ultimo, nella crociera del presbiterio, in cornu Evangelii, v'era l'altare del Glorioso S. Germano Martire. Lo stesso è di marmo: sopra il detto Altare v'era la sacra urna, dentro la quale vi fu riposta l'insigne reliquia dell'intero corpo di esso Glorioso Martire, venuto da Roma nel Comune nell'anno 1779. Essa sacra urna è di legno dipinto marmoreo turchino, scorniciato in oro, con cristallo grande davanti: Nel muro riposto un Quadro, ove erano effigiati S. Pietro, S. Paolo e S. Giovanni Battista, con cornice di legno indorato. "Alle due mura laterali di esso Altare vi sono due altri Quadrelli con cornice ed esprimono alcuni Miracoli operati da S. Germano; sono di ignoto pennello... Infine, presso il soffitto della navata centrale, un Quadro di forma ovale. che rappresenta la Nascita di Gesù e l 'adorazione dei Magi con una schiera di Angeli. La tela si presentava particolarmente malconcia e fu necessaria un'accurata stuccatura nelle parti perimetrali

 

Paolo Tesauro Olivieri - Le Chiese di Altavilla Silentina - 1999