La Chiesa di Montevergine

 

La Chiesa di Montevergine ha origine nel XII secolo. Nella bolla di Papa Urbano IV del 13 gennaio 1264, in cui vengono numerate le chiese e i beni dipendenti dall'Abbazia di Montevergine, al capitolo "Privilegio, d'Urbano IV, concesso all'Abbate, e Monasterio di Monte Vergine, Nell'anno 1264" veniva riportato: "… In Territorio Altavilla, Ecclesiam S.MA de Foresta, cum dominibus, redditibus, de possessionibus suis." Tale documento è stato pubblicato nel 1663, dallo storico verginiano Rev.mo Abate D. Amato Mastrullo in "Monte Vergine Sagro" e in esso è descritto "...il sagro tempio, e real monasterio di MonteVergine, come capo, ch'è della Congregazione, detta di Monte Vergine".

 

Vedi anche:

La chiesa descritta da Galardi-Messone - 1987

Paolo Tesauro Olivieri - 1968

Le foto della Chiesa

Il portale e le lapidi

La Processione negli anni passati

2001 Rientro dopo il furto

 

Alla chiesa era anche annesso un convento dei monaci verginiani che, a seguito del decreto del 13 febbraio 1807, il cui scopo era quello di abolire gli Ordini Monastici, cessò di operare nei primi decenni dell'800 . Le rendite furono riscosse dai Verginiani fino al 1818, l'ultimo monaco verginiano che gestì il tutto fu Don Nicola Abenanti di Cava dei Tirreni. Quindi dall'appartenenza all'Abbazia di Montevergine di Avellino, la chiesa passò alla Mensa Vescovile di Capaccio il 31/01/1820 come riportato dai baroni Ferrara nella loro pubblicazione sulla storia di Altavilla. Con la soppressione dell'Asse Ecclesiastico, avvenuta nel 1866, tutti i beni, chiesa, convento e terreni adiacenti, passarono al Demanio, il quale aveva l'onere di vendere il tutto all'asta. L'asta fu tenuta, secondo quanto riportato da Galardi-Messone, nel 1910 e fu aggiudicata dalla famiglia Molinara, famiglia questa proveniente dal Cilento con il capofamiglia Carlo, che era al servizio dei Virginiani già dai primi anni del 1800 e fu loro assegnata casa nel terreno collinare alle spalle della chiesa di Cielo e Terra. Furono assunti per lavorare il terreno adiacente la Chiesa ed il convento , cosa che hanno continuato a fare, a proprie spese, anche dopo l'abbandono dei Verginiani di tutti i beni in loro possesso. La chiesa, si dice sia sorta nel punto della Foresta in cui la Vergine comparve, su una pianta di elce, e parlò ad una fanciulla che pascolava gli animali. La pastorella raccontò tutto in paese e quindi sul luogo dell'apparizione fu costruita la cappella. Altra versione, invece, è che al tempo degli iconoclasti, una immagine della Madonna fosse stata nascosta dentro un ramo d'elce e tale ramo è stato ritrovato nel posto in cui è stata costruita poi la cappella. Durante i lavori del 1928 eseguiti nella nicchia che ospita il quadro della Madonna, fu rinvenuto un ramo d'elce che si ritiene sia quello in cui apparve la Madonna o che contenesse l'immagine della Madonna. Il ramo è conservato dalla famiglia Molinara e lo si può visionare su richiesta degli interessati.

Originariamente la chiesa era ad una sola navata, quella centrale. Le altre due navate, a destra e sinistra con la sagrestia, furono realizzate con i lavori iniziati nel 1910 ed ultimati nel 1913 con la nuova pavimentazione. Tutti i lavori furono seguiti da Carlo Molinara che nel 1906 era emigrato in USA, da dove ritornò quasi subito. E' presente un solo altare in marmo realizzato nel 1888. La chiesa è a tre navate ed ha un solo altare di marmo del 1888. Nel 1908 il quadro dell'Effige di Maria SS. di Montevergine, posto sullo sfondo della chiesa nella nicchia dietro l'altare maggiore, viene adornato con un salvacornice, riccamente lavorato, acquistato a Napoli a seguito di una offerta fatta da altavillesi di New York. Sul cassone, sottoposto al quadro, compare la seguente dicitura: A.D. DECLAMERICANI DI NEV YORCH 1908. Il cassone accoglie i resti mortali di quanti furono sepolti nella tomba di Donato Galardi che prima dei lavori occupava tutta lo spazio dietro l'altare maggiore e che fu ceduto gratuitamente dal Professore. La tela presente nella nicchia, secondo quanto riportato in un suo scritto da Paolo Tesauro Olivieri, è di autore ignoto. Nell'inventario del 1811, invece, il Sacerdote Giordano Rocco lo attribuisce a Giambattista Vela. Il dipinto rappresenta la Beata Vergine che regge il bambino sul braccio sinistro. Sia la Madonna che il Bambino hanno sulla testa una corona. La statua della Madonna, posta in una nicchia alla sinistra dell'altare, fu acquistata nel 1883 a Napoli grazie al contributo degli altavillesi e al parroco Don Antonio Liccardi. Raffigura la Madonna seduta su una nuvola e regge il Bambino sul braccio sinistro. Nella volta è rappresentata l'incoronazione della Vergine e due tondi con Zaccheria e Geremia. Nella cupola invece è rappresentata la Natività della Vergine. I dipinti, eseguiti nel 1953, sono di Andrea Capasso da Sicignano. Molti lavori ed opere interne alla chiesa sono stati eseguiti grazie alle offerte che arrivavano dagli altavillesi in America.

 

 

Le testimonianze sono tutte riportate nelle lapidi presenti in chiesa. Il campanile, che la chiesa non aveva, fu eretto nell'area dove prima vi era una camera mortuaria, grazie alle offerte pervenute nel 1895 dall'America con una colletta fatta a New York da Giovanni Iorio e Carmine Perito. La lapide è conservata nella scala del campanile dal quale si accede dall'interno della chiesa. Altra lapide del 1926, all'ingresso della chiesa , riporta i nomi degli altavillesi in USA che avevano raccolto le offerte in America per i lavori della nuova nicchia dietro l'altare. Nel 1905 grazie alle offerte raccolta in America da Giovanni Iorio, Franco e Alfonso Nigro e grazie alla disponibilità dello scultore Carmine Perito ritornato dall'America, dov'era emigrato nel 1894, per assolvere il servizio militare e ultimare studi di scultura presso l'Accademia delle Belle Arti di Milano, fu acquistato il marmo, proveniente da Saltrio (Como). Tutta la scultura è un'opera incompiuta in quanto lo Scultore ebbe molti problemi durante la lavorazione per la durezza della pietra e per il tipo di scultura che aveva progettato. Gli strumenti a sua disposizione, acquistati a Milano, necessitavano dell'energia elettrica che purtroppo ad Altavilla ancora non era arrivata. La scultura attualmente visibile, incompleta, fu fatta tutta a mano e Carmine Perito interruppe i lavori decidendo di ritornare in USA per dotarsi dell'attrezzatura idonea e necessaria ad ultimare la scultura del portale altavillese. In USA pero è atteso da una grande mole di lavoro che gli procurerà tanta notorietà e quando decide, nel 1922, di ritornare ad Altavilla per completare il portale della Chiesa Montevergine, e iniziare anche il lavoro per il monumento ai Caduti altavillesi di tutte le guerre, si ammalò. Morì negli USA nel 1923. Sempre all'ingresso della chiesa, sotto il portale a destra, una lapide del 1801 nella quale viene ricordato dal rettore Nicola Abenante , l'abbate Romano. Il campanile fu più volte colpito negli avvenimenti bellici del 1943 e venne restaurato nel dopoguerra grazie alle offerte degli altavillesi. Il convento, invece, era attiguo alla chiesa e individuato proprio nell'attuale abitazione della famgilia Molinara. All'ingresso di tale abitazione è ben visibile una cisterna, asservita al convento preesistene, e nelle immediate vicinanza alcuni piccoli locali, che dovevano essere le celle dei monaci. Anche la sagrestia della chiesa, realizzata nel 1910, occupa una parte dell'antico refettorio dell'ex convento. Comunque , dalle mura esterne al fabbricato esposte verso Albanella, sono ben visibili tracce delle antiche mura.

 

 

La statua e il quadro della Madonna furono rubati la notte del 24 febbraio 2011. Il Ritrovamento Statua e Tela della Madonna avvenne il 13 marzo a Salerno, ma senza il vestito e la corona della statua. Fecero rientro in chiesa, con processione solenne, il 3 aprile 2011.

Bruno Di Venuta