I motivi stilistici del portone e dell'architrave, accennati solo a metà, su pietra marmorea di Saltrio (Como), non furono terminati per la morte dello scultore Carmine Perito. Nel 1953, Andrea Capasso da Sicignano affrescò nella volta l'incoronazione della Vergine e i due tondi di Zaccheria e di Geremia e nella cupola la Natività della Vergine. La chiesa è a tre navate ed ha un solo altare di marmo del 1888.
Dietro l'altare in una nicchia affrescata, c'è una vecchia tela di autore ignoto che rappresenta la Vergine con un Bambino in braccio. Nel 1928, rifacendo ed ampliando la nicchia, fu rinvenuto un ramo di leccio, che si conserva dietro l'altare. Si racconta che la chiesa fu eretta sul posto dove fu rinvenuto il quadro sul leccio.
Il muratore Raffaele Mazzeo raccontava: "Si voleva spostare il quadro per mettervi la statua; ai primi colpi di martello il cielo si oscurò e una tempesta di fulmini si abbattè sul colle. Questo presagio del divin volere non fece più rimuovere il quadro".
La statua della Madonna, acquistata a Napoli nel 1883 per 310 lire, è posta in una nicchia antistante la balaustra sinistra. Una pila per l'acqua santa porta la data del 1830 e la sigla N.G. (Nicola Galardi). L'organo fu fatto ed alloggiato nel 1926. Il campanile, alto 15 metri, costruito nel 1903, ha una campana del 1862, e due campanelle. Permangono evidenti segni e residui del vecchio convento dei Verginiani, accosto alla chiesa.
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