Ex Chiesa Cappella di San Giuliano ad Altavilla                              
Cambia modalita' di visualizzazione
La Cappella era ubicata in Via Solimene , difronte abitazione Lettieri, e fu distrutta a causa delle operazioni belliche del 1943.
Originariamente apparteneva alla famiglia nobile Demolodede che si è estinta verso la fine del 1700.
La cappella fu acquistata dalla famiglia Di Matteo e nel 1835 fu venduta al medico Don Crescenzo Mottola che la utilizzò
come secondo ingresso al proprio palazzo. La cappella poi fu lasciata al figlio sacerdote Don Vincenzo che nel 1873, dopo
aver innalzato tre altari, la riaprì al culto. Nel 1811 era cappellano il sacerdote Don Francesco Mottola che redisse anche
l´inventario della chiesa nel quale era riportata la tela di San Giuliano. Il dipinto fu realizzato da Filippo Falciatore,
della scuola napoletana, e potrebbe risalire tra la fine del seicento e l´inizio del settecento. Fu salvata miracolosamente tra le macerie del 1943
da una famiglia altavillese che aveva preso in carico la manutenzione della cappella. Secondo alcune fonti , la tela sarebbe attualmente conservata
a Salerno presso privati cittadini di origine altavillese. La festa liturgica era celebrata il 28 gennaio e vi era la devozione delle donne incinte
di baciare l´anello di metallo posto sul portone della chiesetta. San Giuliano era ritenuto protettore delle partorienti.
Lo stesso anello, baciato, sembra che facesse scomparire anche le "vuccagne" sulla bocca.
Qualche metro dopo l´ingresso dell´ex cappella, una grande roccia sporge su Via Solimene. Sulla roccia sono presenti due cavitá (roccia consumata)
che corrispondono proprio alla posizione di una persona inginocchiata. Probabilmente le due cavitá si sono create proprio a seguito dell´inginocchiarsi,
durante gli anni, dei fedeli e delle partorienti che si recavano a pregare.
Le informazioni storiche sono state riprese da -Cenni Storici Altavilla Silentina- dei Ferrara, -Le chiese di Altavilla Silentina- di Paolo Tesauro Olivieri.