Dedicata al piccolo Aylan :
Non s’era accorto il mare…*
Non s’era accorto il mare.
Non s’era accorto il mondo
quanto a fondo
si potesse scendere…
Non s’era accorto il mare
che tu c’eri/
il mare al male avvezzo
e che ne ha viste
dai Greci tesi a Troia
e di ritorno/
da Salamina a Nelson/
dagli Alleati a colorare l’onda
di Normandia e di Capaccio Paestum/
all’onta oggi di te e dei fratelli…
Non s’era accorto il mare
che tu c’eri.
Se ne accorge ora
che sul bagnasciuga
ti ha adagiato
e sgomento ti accarezza/
sgomento come il mondo.
*Per il piccolo Aylan
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Tempa della Guardia
Non mi toccate il fiume/
non l’Alburno/
non gli arsi Tenimenti/
e la fontana.
Non mi toccate il Piano
grano a crescere
al gelo dell’inverno
e a fine mietitura
i sogni nostri
tra porte improvvisate
e il bosco/
fatto spalto
dalla voce roca
di Sandro Ciotti…
Non mi toccate l’aia
e il focolare
la pietra del mulino
i fichidindia
e i canyon del vallone/
a nascondiglio
nostro e degli indiani…
Non mi toccate il Piano.
Ma più d’ogni altra cosa
non toccatemi
questa collina dove
c’è tanto dell’infanzia
e lo stupore
del mare e il litorale.
Non mi toccate il Piano
ma più d’ogni altra cosa
la collina
di farnie e scandamani
e i calanchi e lo slargo nero
dei catuozzi…
Non mi toccate il Piano
ma più d’ogni altra cosa
le macchie di mirtilli
di fringi e cerri antichi
a ombra delle buche
che scavate parevano
a nascondere noialtri
prima del trentuno…
Ma c’erano schegge
e fondi di proiettili
dovunque/
a muovere domande…
E il padre fu
- ancor distante
il ghigno del maestro -
il padre fu
che fece rossa l’onda
il litorale
di Capaccio-Paestum
la pianura
le strade del paese e il castello…
Il padre fu
che accompagnò quassù
chi venne d’Oltreoceano
passo a sbarrare
al barbaro Alemanno..
Il padre fu
che spinse fin quassù
uomini e armi/
d’accento estraneo
a sbigottir l’indigeno/
e terra e cielo poi
di spade e fuoco…
Il padre fu
che un giorno di settembre
di quel settembre
rinnovò l’inferno…
Il padre fu,
Tempa della Guardia,
il padre/
a farti/
sacra ed inviolabile. |