In memoria di Domenico Di Agresti
Un’altro figlio della Terra di Altavilla Silentina, a meno di due lustri, era attratto dalla tunica bianca dei Padri Domenicani. Era il giovane Domenico D1 Agresti. Nacque nel rione Sammartino, quasi accosto alla Cappella di Maria SS.del Carmelo, il 25 maggio 1930, da Guglielmo di Agresti e da Giovanna Molinara. Famiglia non numerosa, formata, cioe, di quattro figli, di estrazione artigianale, molto legata alla religione e alla Congrega di Maria SS.del Carmine.
Il piccolo Domenico frequentò ad Altavilla le Scuole elementari, che, all’epoca, erano allogiate in aule di fortuna di proprieta del notaio Mottola, al di sopra del "Granile". La formazione religiosa che riceveva in famiglia, l’arrivo in paese dei Padri vocazionisti e delle suore che mandavano avanti un asilo infantile furono stimolo alla vocazione religiosa. Senti il fascino per quello dei Padri Predicatori. L’aveva preceduto Padre Salvatore Reina qualche lustro prima, come detto innanzi.
Era il tempo più critico della nostra storia nazionale. L’Italia entrava in guerra al fianco della Germania nazista contro Ia Francia e l`lnghilterra. Si parlo di guerra lampo. Ahimé, essa fu una guerra Iunga; fu combattuta in tutte
Ie localita d'Europa, seminando vittime e distruzione incalcolabili. Nella mente e nel cuore degli adolescenti lasciò tracce di ricordi incancellabili! L‘Italia passava dalla dittatura alla democrazia: si passava dall’obbedienza cieca alla valorizzazione della persona umana.
Domenico Di Agresti era un tenero virgulo, di estrazione popolare: Il padre, come s’e detto, era un onesto artigiano, pero tutti i figli avevano memoria sveglia e buona volonta. L’intelligenza a Domenico non mancava. Quando si uniscono volonta e intelligenza si possono muovere anche montagne. Entrato nella Congregazione domenicana e iniziato efficacemente il postulantato, il"noviziato" emise anche i 44 voti perpetui", mentre compiva gli studi ginna
siali, liceali, filosofici e teologici, per cantare Messa. Durante gli studi s`era egregiameme distinto. Più che darsi alla predicazione, a mio avviso, si diede ad approfondire fatti e personaggi e rendersi "utile" alla Congregazione attra
verso lo "strumemo delle lettere". Scelse il periodo di studio più burrascoso a
livello politico e religioso: il secolo XVI. P. Guglielmo fu domenicano "irrequieto", simpatizzante per il "domenicano", arso sul rogo, Girolamo Savonarola. Questi reclamava la riforma ‘“interiore" spirituale delle membra della Chiesa, in special modo di ‘“quelle consacrate". Mi pare di capire, per quello che ho potuto leggere nei suoi scritti, che egli con l’approfondire la conoscenza della vita dei personaggi e dei fatti ad essi connessi, si sia avvici
nato ad Agostino d’Ippona, che si era sentito sempre inquieto fino a quando non aveva trovato la quiete in Dio.
Nate, poi, delle incomprensioni con i Diretti Superiori, prendeva la decisione di lasciare la tunica domenicana, ma non quella di sacerdote secolare. Si trasferiva a Milano. Si era in precedenza, brillantemente, laureato in lettere classiche. Lessi che buona parte della sua vita l’ha spesa nello studio su Santa Caterina de' Ricci, suora domenicana, profondamente legata ai principi riformatori del Savonarola.
Ha dato un prezioso contributo all’opera religiosa della "Bibliotleca Sanctorum", composta di circa venti volumi. E` stato collaboratore di diversi periodici e riviste religiose e laiche. Ha avuto uno sviscerato amore per la sua
Terra natale e non mancava anno, specie nei mesi estivi, per ritornarvi e stare con i suoi stretti parenti e scambiare parole con i compaesani sui problemi socio-religiosi di Altavilla. Era sempre suadente e affettuosol
Non mi sono mai incontrato con lui, perche ad Altavilla vi sono andato, dopo il trasferimento a Salerno, solo per motivi inderogabili, senza fermarmi per delle giornate.
Tra di noi, grazie a sua nipote, v’e stata una sincera e cordialc corrispondenza epistolare dal 1998. Ricordo che l‘ultima epistola che P. Guglielmo mi ha fatto tenere e stata quella di condoglianze per la scomparsa di mia moglie
Giovanna e reca la data del 20 febbraio 2000. Egli merita di essere ricordato, perche e entrato anche nel Dizionario degli Autori italiani contemporanei e nel Secondo Volume della "Storia della Letteratura Italiana", editi dalla Casa Zanichelli.
P.Guglielmo non si e cimentato solo in studi storici, ma ha dato alle stampe anche pregevoli libri di poesie, l‘ultimo dei quali “Chiaroscuro", nel quale fa continui richiami ai testi biblici.
Ha chiuso la sua giomata terrena sulla breccia, anzi tempo, il 24 settembre 2001. Le sue spoglie mortali riposano nella pace dei giusti, accanto ai suoi cari, nel cimitero di Altavilla Silentina, sua patria diletta.