24/9/2001 - 24/9/2011 Decennale della morte di Padre Guglielmo

Il mio ricordo

In queste righe voglio ricordare Colui che, oltre ad essere un amico di famiglia ed un  vero altavillese, è stato un grande studioso che ha lasciato un segno indelebile nel mondo culturale europeo.
Padre Guglielmo (Domenico Di Agresti) ha fatto il suo ultimo viaggio ad Altavilla il 24 settembre 2001, accolto da amici e parenti, per raggiungere i suoi genitori, Guglielmo e Giovanna, sepolti nel cimitero di Altavilla.  L’unico “rammarico”,  di quella triste giornata e di quanto avvenuto in questo decennio,  è che nessuna istituzione, malgrado il suo grande amore per Altavilla e la sua onestà e capacità intellettuale,   abbia ricordato la sua figura di inestimabile valore culturale ancora oggi apprezzata nelle sue pubblicazioni presenti nelle biblioteche di tutto il mondo.
Il suo amore per Altavilla, i ricordi di infanzia e le amicizie paesane, “lo costringevano”  a tornare spesso al paesello natìo per viverlo, discuterlo  e descriverlo anche in diversi  suoi  lavori.  Le sue lunghe passeggiate altavillesi per San Martino, per Via Belvedere, per i Franci, e per la foresta ( che lo incantava quando si affacciava sul balcone della sua casa in Via Borgo)  con Oreste, Piero, Fernando,… gli incontri culturali con diversi giovani sul sagrato della chiesa di San Biagio, erano momenti di riflessione e di confronto su argomenti religiosi, su temi di carattere sociale di respiro nazionale e internazionale, e sulla vita socio-politica altavillese. Padre Guglielmo amava moltissimo Altavilla e, ogni qualvolta ci ritornava, la sua sofferenza, rispetto ad realtà paesana sempre più critica, lo lasciava atterrito e sbigottito in quanto non riusciva a comprendere l’assoluto immobilismo dei politici locali  nell’affrontare problematiche sociali ed amministrative che sicuramente, continuando su quella strada, avrebbero portato il paese su “binari morti”; … e purtroppo, vista la situazione attuale, aveva perfettamente ragione! 

 
L’amore di Padre Guglielmo per Altavilla si evince in  viaggio virtuale riportato in uno dei suoi scritti: “...ci si avvia poi verso l'alto della collina , dove il paese, sornione, sembra poggiare la sua testa tra il pallido argento degli ulivi e l'intenso verde bottiglia della sua Chianca, della sua Macchia, della sua Foresta, col suo sonnecchiante castello attorniato dalle varie chiese, ricordo e storia d'un mondo che fu; ma anche qui risalta subito, inerpicandosi verso la cima, tutto nuovo quel panoramico Belvedere, dalle cui finestre l'occhio si sazia, in avanti, d'infinito, verso il golfo di Salerno e, ancora più oltre, nelle limpide serate estive, verso Capri, mentre alle spalle si ergono maestosi gli Alburni tinti di azzurro...”
La sua grande delusione e la voglia di fare qualcosa o lanciare un allarme, traspare già nello scritto del 1992 “Tra memorie e Desideri”:
“… Son via da quarant’anni. Con che diritto posso ancora parlare di Altavilla?
Con un solo diritto, quello del cuore che vi ho lasciato nel partire: la casa, gli affetti, i volti, quell’aria natìa che ad ogni ritorno sembra farti ringiovanire. Strappate le radici ad un albero: lo fate morire; lo potete trapiantare, si abituerà ad altri climi e ad altre condizioni, ma non può perdere le sue radici se vuol sopravvivere. Queste fanno parte della sua struttura, del suo modo di vedere, di pensare, di lavorare; sono parte intrinseca, essenziale della sua persona.
Ecco, dunque, ciò che mi dà il diritto di parlarne – anche dopo quattro decenni di lontananza-, e poiché questo diritto è naturale, perciò fondato sull’amore, diventa anche un dovere.
Una critica forte, ma molto importante, viene anche fatta nell’analizzare  la religiosita’ e la cultura  altavillese. La religiosità popolare altavillese, legata alle tante chiese e tante cappelle votive, alle quali si accorreva per la protezione o per un miracolo oggi sono terribilmente abbandonate. Esse  “davano l’impressione che tutto il tessuto altavillese fosse impregnato di religiosità, di soprannaturale, di richiamo al divino, al trascendente…”, nella realtà è inesistente perché priva di una vera e propria formazione; si ricorre a Dio ed ai Santi solo nel momento del bisogno.  “Che incidenza le feste patronali paesane abbiano nella vita “religiosa”, ossia nella “moralità”, nel rapporto con Dio o nel tessuto della comunità, crediamo nessuno.”


Dopo aver  denunciato l’aspetto ‘festaiolo’ della religione altavillese,   diceva: “… Accanto al vuoto religioso dietro la facciata festaiola, ecco apparire un altro vuoto, non meno profondo: quello culturale. Volete le prove? Non c’e’ una biblioteca pubblica funzionante ove poter attingere, non c’e’ un circolo ove potersi riunire e discutere di letteratura e di scienza, di arte e di politica, non c’e’ un ambiente ove poter mettere a confronto idee ed esigenze, dibattere problemi ed aspetti, proporre soluzioni, indagare nel passato, con le sue ombre e con le sue luci per proiettarsi nel futuro. Lo dico con tristezza profonda: la vita culturale della comunità (non di questo o di quello) è inesistente.
…. Ciò che mi spinge a parlare così, ad essere persino impietoso nel sottolineare le carenze, è solo l’amore per la mia terra natìa ed il maggiore amore è dire la verità, tutta intera. Non ho la ricetta bella e pronta per i suoi mali profondi, perché tali io li reputo. Avrei tuttavia dei “desiderata da proporre” . Qualcuno forse attuabile e qualche altro utopistico. Ma visto che esiste una Cooperativa ( Cooperativa Rinascita del Calore) , mi son chiesto, perche’ non suggerire?
Una prima linea riguarda il passato. Tutto un mondo, durato secoli, nel volgere di pochi anni è pressoché scomparso; qua e la si trova ancora qualche resto. Bisognerebbe raccogliere il tutto perché non vada perso, per capire e far capire un tipo di civiltà tutta propria di Altavilla. Si potrebbe cominciare con una raccolta di fotografie o di schizzi di strade, di case, di angoli scomparsi…., ricordi di persone, ricerche di costumi e di tutto ciò che han lasciato qualche traccia nel tessuto della vita cittadina …  “
Non vado oltre, mi chiedo solo se oggi dopo 19 anni ad Altavilla sia cambiato qualcosa! Lo scritto di Padre Guglielmo, purtroppo è ancora attuale !


La grande delusione.  Il peggiore soggiorno altavillese di Padre Guglielmo credo sia stato quando negli anni ‘90, recatosi al Comune di Altavilla, ha incontrato gli amministratori comunali per comunicare la volontà di donare tutta la sua biblioteca (oltre 5000 volumi nazionali ed internazionali) alla Biblioteca del Comune di Altavilla.  Ebbene la risposta dell’allora amministrazione fu: “Padre questa donazione ci crea un grosso problema perché non abbiamo persone e strutture in grado di gestire questa mole di volumi” .  Padre Guglielmo, con il sorriso “di rabbia”  ringraziò  e pose le proprie scuse agli amministratori.  Oggi, quei volumi sono a Roma, presso  la biblioteca delll’Universita’ LUMSA (Libera Università  Maria Santissima Assunta” .


La grande soddisfazione.  Nel mese di ottobre, anno 2000, la redazione della “Collina degli Ulivi” riceve il ringraziamneto di Padre Vincenzo Barbieri, un padre gesuita di Milano, deceduto a dicembre 2010, che ha dedicato la sua vita al fianco dei più deboli. Padre Barbieri scrive: “Padre Guglielmo DI AGRESTI mi ha portato l’assegno di Lit. 3.816.000 per l’adozione a distanza di ben sei bambini africani, di cui mando le foto ed i nomi. Mi ha detto che questa somma è il frutto d’una colletta fatta in occasione della Festa del Vostro paese,  a cui molti di voi hanno partecipato. Mentre quasi ogni giorno l’opinione pubblica è frastornata da notizie su stragi di bambini innocenti in seguito a guerre crudeli anche se non dichiarate, sullo sfruttamento del lavoro minorile, sul commercio di organi, sula prostituzione infantile, la notizia che persone come voi si danno da fare per aiutare bambini bisognosi a nutrirsi, andare a scuola, a crescere onestamente, non può che rischiarare l’orizzonte che altrimenti rimarrebbe cupo e far ben sperare che tante persone di buona volontà si uniscano per contrastare il male nel mondo con efficaci opere di bene”. Padre Guglielmo era ben contento di questa iniziativa che aveva visto l’impegno di alcuni giovani altavillesi che, in occasione della Festa della Madonna di Montevergine, erano riusciti ad organizzare una raccolta fondi da utilizzare nell’aiuto ai più deboli.

Padre Domencio Di Agresti nasce ad Altavilla, in Via Borgo San Martino da Gugliemo Agresti e Giovanna Molinara. Frequenta le scuole elementari ad Altavilla e riceve una educazione religiosa dei Padri vocazionisti e delle suore altavillesi. Entra nell’ordine domenicano e si distingue subito per la passione per lo studio e l’amore per la ricerca della verità. Plurilaureato,  ha trascorso la sua vita impegnandosi in ricerche, soprattutto di carattere storico, su autori di grande respiro nella cultura italiana e oltre, e nell’ insegnamento, prima a Firenze e poi a Milano. Ha pubblicato la Collana Ricciana (dodici volumi), 1963-1976 e Sviluppi della riforma monastica savonaroliana, 1980. Tra i suoi saggi più importanti Gli scritti inediti di Giovanni Dominici sulle origini dell'Umanesimo, Pistoia 1970.

Caterina de' Ricci. L'esperienza spirituale della Santa di Prato Prato 2001, Agiografia e iconografia. Dalla città al chiostro (2001), Girolamo Savonarola (2000)
Volevo evidenziare che la Collana Ricciana è stata pubblicata dall’editore Leo S. Olschki di Firenze che  pubblica solo scritti molto selezionati e presenti nelle migliori biblioteche mondiali con opere di riconosciuta alta qualità scientifica.
Ha pubblicato inoltre raccolte di poesia, articoli ed estratti su riviste e quotidiani nazionali; le pubblicazioni si trovano ancora oggi nei cataloghi, Rizzoli, Feltrinelli, Mondadori, Zanichelli.  La sua capacità e la sua bravura hanno avuto un grande apprezzamento e riconoscimento a livello internazionale, ed oggi il suo nome è presente nel  Dizionario degli autori italiani contemporanei. 
GRAZIE PADRE GUGLIELMO
La mia iniziativa, che parte con questo breve  ricordo, proseguirà in questi mesi con la preparazione di una mostra fotografica sulla vita e le opere di Padre Guglielmo, chiederò inoltre l’apporto di associazioni culturali altavillesi e del Comune per organizzare, nel periodo natalizio, l’allestimento di una mostra ed un convegno ad Altavilla.

Bruno Di Venuta